Su pista, in strada, nel deserto, in montagna… le tipologie di corsa sono decine, e sono accomunate da un unico pezzo di attrezzatura: le scarpe. E oggi parliamo proprio delle scarpe running migliori sul mercato.
Negli ultimi anni la tecnologia è diventata sempre più specializzata. Il tipo di atleta, di corsa e di terreno determinano il diverso tipo di suola, tomaia e intersuola.
In questo tripudio di offerta il runner rischia di perdersi, ecco perchè cerchiamo di fare un po’ di ordine e di ridurre la marea di marche e modelli ai 10 top di gamma secondo noi.
Che tu abbia appena iniziato a correre (stai seguendo il nostro semplicissimo programma per iniziare?) o che tu abbia già esperienza come runner, saprai che quando si parla di abbigliamento e accessori, la scarpa è la cosa in assoluto più importante. Ma come scegliere le scarpe da corsa?
Le migliori offerte
- SoftFoam+: La soletta interna comoda PUMA garantisce un comfort istantaneo e di lunga durata e ammortizzazione morbida in ogni fase della giornata
- Scarpa bassa
- Tomaia in rete con DNA Anzarun
- Materiale esterno: Tessuto
- Materiale interno: Tessuto
- Chiusura: Stringata
- MIZUNO ONDA
- Oltre a combinare grande ammortizzazione e stabilità, supporta la potenza propulsiva in avanti attraverso la piastra WAVE e consente di spostare il peso corporeo senza intoppi
- Materiale esterno: Sintetico
- Fodera: Sintetico
- Materiale suola: Gomma
- MIZUNO ONDA
- Oltre a combinare grande ammortizzazione e stabilità, supporta la potenza propulsiva in avanti attraverso la piastra WAVE e consente di spostare il peso corporeo senza intoppi
- Materiale esterno: Tessuto
- Fodera: Tessuto
- Materiale suola: Gomma
I migliori modelli
- Scarpa adidas da running dinamica
- Intersuola adidas 4D
- Tomaia leggera in mesh
- Scarpa da running Brooks
- Leggera e reattiva
- Tomaia in tessuto elasticizzato e traspirante
- Materiale: Sintetico
- Materiale Interno: Sintetico
- Altezza Tallone: 35.5 mm
- Supporto e traspirabilità
- Il materiale della tomaia ridisegnato offre un aspetto più sottile
- Sensazione di sicurezza nei viaggi lunghi e brevi
- Scarpe da running
- Tomaia in tessuto
- Intersuola ammortizzata
- L'ammortizzazione dell'intersuola in schiuma fresca è progettata con precisione per offrire una guida ultra ammortizzata e leggera
- La costruzione superiore del bootie abbraccia il piede per una vestibilità aderente e solidale
- Tomaia sintetica/mesh
- Scarpa da trail polivalente per tutte le tue avventure outdoor
- Con l'ammortizzazione che serve e la schiuma Optivibe che assorbe le vibrazioni e riduce l'affaticamento muscolare senza appesantirti.
- La tomaia unisce tenuta precisa del piede, in particolare intorno al tallone, tessuti resistenti e rete antidetriti.
- Tomaia in rete resistente con inserti sintetici senza cuciture
- Fodera in tessuto traspirante per il massimo comfort
- Soletta rimovibile e imbottita in schiuma per il sostegno e il sostegno
Scarpe running migliori: come sceglierle
Ormai chi approccia alla corsa – sport sempre più popolare – ed entra in un negozio specializzato viene sommerso da loghi e specifiche incomprensibili. Non solo: ci si innamora di una scarpa e dopo pochi mesi è già uscito il modello successivo. Vale la pena acquistarlo? Quali sono le differenze?
L’importante è tenere a mente i criteri in base ai quali fare una scelta. Dopodichè si potrà spaziare tra i vari cataloghi che i negozi e il web mettono a disposizione.
Il primo criterio è probabilmente il più ovvio.
Dove corri?
Questo sito si occupa principalmente di montagna, ed è inevitabile che chi sia appassionato di trail running punti su scarpe più robuste e dotate di suola con buona trazione.
Allo stesso tempo chi corre su asfalto potrebbe trovare alcune scarpe da trail running troppo rigide e “secche”.
Per non parlare di chi corre in pista e mira a battere il proprio record personale sui 100m, che le troverà probabilmente pesanti e poco sprintose.
Ci sono ovviamente delle zone grigie da valutare. Correre lungo l’argine del fiume vicino a casa o al parco che cos’è? Trail running o corsa “normale”? Sta a noi saper leggere il terreno e le nostre necessità.
Se ci pare di scivolare o di storcere la caviglia troppo spesso, probabilmente dovremmo passare a delle scarpe da trail. Se invece ci sentiamo inutilmente appesantiti e rallentati, possiamo passare a dei modelli da strada ben strutturati.
Che runner sei?
Dopo il terreno, bisogna valutare noi stessi.
Innanzitutto: quanto pesiamo? Partiamo da uno spartiacque molto generico: più o meno di 75kg? Se la risposta è “più”, allora meglio puntare su scarpe nate per atleti più pesanti. Il mondo della corsa è infatti pensato per pesi piuma, e tutto quello che esula da questa categoria va assistito con scarpe running migliori, o meglio più specifiche.
Più peso, tendenzialmente, uguale più ammortizzazione. Le scarpe ammortizzate (vedremo cosa si intende) risparmiano le nostre ginocchia da parte dello shock dell’impatto con il suolo. E questo, dopo ore e km di corsa, si farà sentire in positivo.
E chi inizia a correre per dimagrire? Non solo è una buona idea, ma è probabilmente la migliore strategia che esista per perdere chili. Difficile trovare uno sport più dimagrante della corsa, in effetti.
L’importante è usare delle scarpe da corsa dedicate ad atleti pesanti, e cercare di iniziare con gradualità. O, ancora meglio, di perdere un po’ di peso ancora prima di iniziare a correre. Ad esempio camminando a passo veloce in salita, o facendo una dieta.
Quanto e come corri?
L’ambiente, il corpo e, per finire, l’attività stessa. Due atleti dello stesso peso che corrono in montagna non necessariamente corrono nello stesso modo. Uno potrebbe dedicarsi a delle vertical: gare con forte pendenza e distante relativamente ridotte.
L’altro potrebbe invece appassionarsi alle ultra: gare che superano i 42 km e che impongono un ritmo più rilassato e conservativo.
Idem per gli allenamenti. Alcuni saranno brevi e veloci, come le ripetute, cioè brevi tratti a intensità elevata alternati a delle pause/corsa lenta. Altri vedranno aumentare i km e ridurre l’intensità complessiva, per lavorare sulla resistenza.
Chi punta sulle distanze, troverà che le scarpe running migliori per lui sono quelle ben ammortizzate, comode e protettive. Tutti modelli che non brillano per velocità, ma che ci proteggono per tutta la durata della corsa. Per il trail running l’ideale sono le Hoka.
Chi invece vuole battere i propri record sul cronometro, dovrebbe mettere in wishlist scarpe leggere e agili, come le Salomon S-Lab. Probabilmente non ci accompagneranno per molti mesi, e si danneggerebbero dopo km di terreni sconnessi.
Ma con questi pesi piuma ai piedi possiamo davvero andare al massimo delle nostre possibilità.
Che piede hai?
Altro fattore fondamentale è l’appoggio del piede, che si divide in tre macrocategorie:
- neutro
- pronato
- supinato
Il piede neutro è quello che, in fase di corsa, appoggia prima il tallone centrale-esterno, poi il mesopiede centrale per finire con la spinta della parte centrale della punta.
Il piede pronato tende invece a ruotare molto verso l’interno e quello supinato verso l’esterno.
Attenzione: tendere alla pronazione non significa avere un problema di postura. Potrebbe essere che il corpo si adatti a questa asimmetria bilanciando il movimento in maniera adeguata, senza dare luogo ad infortuni.
Se però questi tipi di appoggio si traducono in problemi muscolari, si può pensare di correggerli con delle scarpe running migliori per la nostra meccanica di corsa.
I pronatori possono quindi puntare su una scarpa stabile, che dia sostegno, soprattuto in fascia mediale, a un piede che probabilmente è piatto. La suola in questo caso dovrebbe essere abbastanza rigida, così come la sede della caviglia.
Viceversa, i supinatori tendono ad avere una pianta del piede molto arcuata e un appoggio pesante, che può essere bilanciato con una scarpa ben ammortizzata.
Chiaramente non siamo tutti fisioterapisti o allenatori. Come riconoscere allora un eventuale “problema” di appoggio? È molto semplice.
Proviamo intanto a notare come e dove si usurano le scarpe che usiamo, e non solo quelle da corsa.
Di solito chi è supinante noterà un’eccessiva usura sull’esterno della suola. Invece la suola del pronatore si consumerà nella parte interna, in prossimità del tallone-mesopiede.
Altro classico e semplice test è quello dell’impronta. Basta bagnare le piante dei piedi e appoggiarle su una superficie dove sia visibile l’impronta come dello scottex.
Un piede supino presenterà un’impronta che si assottiglia a metà, fino quasi a scomparire.
Un piede iperpronato lascerà al contrario una forma più larga nella parte centrale, quasi quanto tallone e punta.
Le 7 categorie delle scarpe da running
Chi ha qualche anno in più ricorderà che fino a poco tempo fa le scarpe da corsa venivano divise in categorie ben precise. Oggi questa divisione non è più così usata, ma il concetto che vi sta alla base è ancora valido e importante.
- A0: scarpe running minimaliste Scarpe che pesano meno di 250 g, pensate per le alte velocità. Danno la sensazione della corsa a piedi nudi e sono destinate prevalentemente ad atleti preparati
- A1: scarpe running leggere Scarpe che pesano tra i 250g e i 300g. Ancora una volta si tratta di modelli per runner allenati, che vogliono puntare a record di velocità e che pesano meno di 70kg. Buone anche per gare veloci o allenamenti su pista
- A2: scarpe running intermedie Scarpe che si attestano sui 300g, destinate a chi corre fra i 3.30 e i 4.10 min/km (ottimi tempi)
- A3: scarpe running neutre Tra i 300 e i 400g, sono destinate alla maggior parte dei runner, anche ai più inesperti o ai più pesanti
- A4: scarpe running stabili Il peso in questo caso è sbilanciato verso i 400g. Sono scarpe per pronatori o iperpronatori dal peso superiore agli 85kg, ma vanno bene per qualsiasi runner di media preparazione
- A5: scarpe trail running Le scarpe da corsa in montagna sono solitamente tra i 300 e 400g, dotate di tutte le caratteristiche indispensabili sul sentiero: grip, ammortizzazione, resistenza
- A6: scarpe da jogging Sono scarpe abbastanza pesanti, da considerarsi entry-level, adatte anche a chi si allena poco
- A7: scarpe da corsa su pista Scarpe chiodate per velocisti o mezzofondisti che desiderano un paio di scarpe da atletica che aiutino ad aumentare il ritmo su pista
Solitamente le A3 o le A4 sono le scarpe più adatte per iniziare e vanno bene per la maggior parte delle persone senza dover passare ad altre categorie.
Differenziale tacco-punta
Croce e delizia del corridore di montagna è il cosiddetto drop, o differenziale tacco-punta. Molto semplicemente si tratta di un numero che va da 0 a 12, e che indica i millimetri di “dislivello” tra il tacco e la punta, appunto.
Una scarpa a drop 0 permetterà al piede di appoggiare piatto al suolo, mentre una scarpa drop 12 incoraggerà prima un appoggio di tallone, con successiva rullata verso la punta.
Invece con un drop basso (ad esempio 4mm) il corridore tende ad atterrare con il mesopiede, come farebbe a piedi nudi.
Spiegare il concetto è molto semplice. Basta togliersi le scarpe e correre scalzi per qualche metro. Come appoggiamo il piede? Naturalmente siamo portati ad atterrare con la parte centrale, perchè è lì che il nostro piede è ammortizzato.
Se proviamo ad atterrare di tallone ci facciamo subito male, ed è infatti possibile farlo solo con le scarpe.
Cos’è quindi “meglio”?
La scuola di pensiero del “natural running” spinge in direzione di drop ridotti o nulli. Infatti questo modo di correre dovrebbe ridurre il trauma dell’impatto col terreno, gravando meno sulle ginocchia e quindi evitando infortuni.
D’altra parte i sostenitori del drop elevato (vecchia scuola) replicano sostenendo che il differenziale 0 può portare a sua volta ad infortuni. Infatti costringe il tendine d’Achille e il polpaccio ad uno sforzo e allungamento continui.
Chiariamo una cosa: questo dibattito va avanti da anni e non ha un “vincitore”. Non ci sono evidenze scientifiche incontrovertibili a favore dell’una o dell’altra scuola. Ci sono solo teorie ed esperienze personali.
Quale drop scegliere allora?
Il consiglio è di iniziare con un drop tra i 6 e i 12mm e di cambiare solo se infortuni e dolori vari suggeriscono di farlo.
Altra buona prassi è variare le scarpe da corsa, alternando drop diversi. In questo modo solleciteremo il corpo in maniera sempre nuova, mantenendolo allenato ed evitando vizi posturali.
Meglio comunque non sopravvalutare l’importanza del drop, che è solo uno dei fattori che determinano “una buona corsa”.
Taglie
Il principale fattore da tenere in considerazione per scegliere le scarpe running migliori per noi è il comfort. E il comfort va a braccetto con la taglia.
Meglio sempre prendere delle scarpe di almeno mezza taglia più grandi. Questo perchè il piede si gonfia durante l’attività fisica e, soprattutto in discesa, rischiamo di andare a sbattere con le dita sul puntale.
Se abbiamo sbagliato in eccesso, possiamo sempre risolvere con un calzino un po’ più spesso. Se abbiamo sbagliato in difetto, il risultato saranno vesciche e discese da dimenticare.
Durata
Mediamente le scarpe running migliori durano tra i 600 e gli 800 km, ma possono arrivare anche a 1000km. Molto dipende anche dal peso e da come la usiamo.
Ricordiamo che l’usura non si misura solo dal battistrada, che dopo centinaia di km diventa liscio e rischia di farci scivolare. È anche l’intersuola a determinare la salute del nostro piede.
L’intersuola è quella fascia di materiale spugnoso che si trova tra il piede e la suola. Può essere più o meno denso, a seconda del grado di ammortizzazione della scarpa.
I materiali di cui è composta l’intersuola invecchiano, spesso “seccandosi”, ovvero perdendo le sue prorprietà ammortizzanti.
È bene quindi cambiare le scarpe da corsa anche se la suola pare ancora integra, una volta esaurito il loro ciclo di vita. Che è bene sempre tenere sott’occhio con app come Strava o Runtastic.
Gore-Tex
Il Gore-Tex è un’invenzione rivoluzionaria ed ogni appassionato di montagna lo sa bene. Ma ne abbiamo davvero bisogno per correre?
Dipende. Se pensiamo di correre spesso sotto la pioggia, i modelli targati -GTX hanno un senso. Altrimenti lasciamo perdere.
Il Gore-Tex ha infatti un grande limite. Impedisce sì all’acqua di entrare, ma le impedisce anche di uscire. Una volta che la pioggia entra attraverso i calzini (ad esempio se finiamo con l’intero piede in acqua o in caso di diluvio battente), l’acqua rimane intrappolata.
Invece con una scarpa non impermeabile l’acqua entra ma esce rapidamente, e i piedi si asciugano.
Solette e plantari
Le solette estraibili (vendute insieme alla scarpa ma sostituibili) a volte possono fare la differenza.
In particolare un buon paio di solette favorisce la traspirazione e aumenta l’ammortizzazione, riducendo l’affaticamente post-corsa.
I plantari invece sono vere e proprie protesi prescritte da un podologo o un ortopedico, che sostituiscono la soletta. Sono personalizzate, specifiche per correggere particolari difetti del piede, per esempio un’eccessiva pronazione.
Esistono ovviamente anche “plantari da corsa”, che però a volte finiscono per danneggiare la scarpa se sono troppo rigidi.
Manutenzione delle scarpe da corsa
Le scarpe da corsa non hanno vita lunghissima, ma ci sono diverse accortezze per prolungarla il più possibile:
- non lavarle in lavatrice. Meglio pulirle con un panno bagnato e lasciarle ad asciugare in un luogo asciutto, ma non direttamente sotto al sole
- togliere le solette dopo la corsa e lasciarle all’aria
- non lasciare che fango e detriti si incrostino sulle scarpe
- slacciarle sempre quando le si toglie
Le migliori offerte
Chiariti quali sono i criteri per scegliere le scarpe running migliori, diamo un’occhiata alle offerte che si trovano su Amazon. Nel capitolo successivo proporremo invece le nostre recensioni dei migliori modelli secondo noi.
- SoftFoam+: La soletta interna comoda PUMA garantisce un comfort istantaneo e di lunga durata e ammortizzazione morbida in ogni fase della giornata
- Scarpa bassa
- Tomaia in rete con DNA Anzarun
- Materiale esterno: Tessuto
- Materiale interno: Tessuto
- Chiusura: Stringata
- MIZUNO ONDA
- Oltre a combinare grande ammortizzazione e stabilità, supporta la potenza propulsiva in avanti attraverso la piastra WAVE e consente di spostare il peso corporeo senza intoppi
- Materiale esterno: Sintetico
- Fodera: Sintetico
- Materiale suola: Gomma
- MIZUNO ONDA
- Oltre a combinare grande ammortizzazione e stabilità, supporta la potenza propulsiva in avanti attraverso la piastra WAVE e consente di spostare il peso corporeo senza intoppi
- Materiale esterno: Tessuto
- Fodera: Tessuto
- Materiale suola: Gomma
Le 10 scarpe running migliori: recensioni
Adidas 4DFWD
Le Adidas 4DFWD entrano di diritto in una classifica delle 10 scarpe running migliori, perchè spingono più in là i confini dell’innovazione e della tecnologia. Il marchio tedesco si dimostra infatti all’avanguardia quando si tratta di intersuole stampate in 3D.
Non solo: lo fa con un modello che può essere tranquillamente indossato anche come scarpa casual, dal design unico e hi-tech, che rimane subito impresso. Ai piedi le 4DFWD concedono una corsa piacevole e ammortizzata, adatta a ritmi relativamente rilassati e lunghe distanze, con una tomaia estremamente morbida e confortevole.
Ma quando parliamo di ritmi rilassati non intendiamo certo dire che sono scarpe da atleti lenti. La corsa è sì più ammortizzata, ma la scarpa converte la forza verso il basso in propulsione in avanti, per una falcata più efficiente.
- Scarpa adidas da running dinamica
- Intersuola adidas 4D
- Tomaia leggera in mesh
Brooks Hyperion Tempo
Si tratta della versione “da allenamento” delle professionali e celeberrime Hyperion Elite 2. Certo, le Hyperion Tempo non avranno la famosa e discussa piastra in fibra di carbonio delle sorelle maggiori, ma la loro intersuola in schiuma infusa di azoto, DNA Flash, offre una propulsione unica.
È una scarpa tutto sommato semplice – malgrado la tecnologia impiegata – ed estremamente leggera, reattiva e divertentissima da usare in allenamento ma anche in gara.
- Scarpa da running Brooks
- Leggera e reattiva
- Tomaia in tessuto elasticizzato e traspirante
Hoka One One Speedgoat 4
Chi bazzica il mondo del trail running può saltare questo consiglio, visto che probabilmente avrà già un paio di Speedgoat 4 nell’armadio.
Il discorso è molto semplice: non si può parlare di scarpe running migliori sul mercato senza nominare queste “capre da montagna”, leader delle ultramaratone su sentiero.
I francesi della Hoka One One hanno rivoluzionato il mondo del trail proponendo scarpe con intersuole generose e iperammortizzate, che rendono le discese e le ultramaratone delle divertenti scampagnate (beh, più o meno…).
Tra tutti i loro modelli, le Speedgoat, arrivate alla quarta generazione, sono forse le più popolari. Merito del loro mix tra grip eccezionale, durata, ammortizzazione e propulsione.
Saucony Endorphine Speed 2
Come dimenticare uno dei modelli più popolari del momento?
Non si tratta solo di scarpe per atleti ambiziosi e preparati, come suggerirebbero il nome e il peso piuma. Queste Saucony del futuro si difendono tanto sulle lunghe corse quanto negli allenamenti più brevi e più veloci .
All’interno dell’intersuola PWRRUN PB troviamo una piastra in nylon a tutta lunghezza, che offre una sensazione propulsiva senza precedenti. Ma allo stesso tempo è flessibile e sottile, più versatile delle scarpe placcate in carbonio.
Rispetto a molte concorrenti, le Endorphin Speed 2 offrono una corsa più stabile e sicura e centrano l’equilibrio perfetto tra ammortizzazione e reattività.
Uno dei top di gamma sul mercato, e un vero gioiello di tecnologia.
- Materiale: Sintetico
- Materiale Interno: Sintetico
- Altezza Tallone: 35.5 mm
Nike React Infinity Run FK 2
Queste Nike nascono con il proposito di ridurre il rischio di infortunio di chi le indossa.
Non c’è modo di provare la veridicità di questa affermazione, ma quello che è certo è che il mix di ammortizzazione (senza rinunciare alla propulsione), di traspirabilità e stabilità le rendono un modello adatto a tutti gli appassionati.
Le principali modifiche alla versione uno riguardano la tomaia, che è stata resa più robusta, con l’aggiunta di un po’ di imbottitura intorno alla linguetta.
- Supporto e traspirabilità
- Il materiale della tomaia ridisegnato offre un aspetto più sottile
- Sensazione di sicurezza nei viaggi lunghi e brevi
Adidas Ultraboost 21
Altro classico imprescindibile, senza il quale una lista delle scarpe running migliori sarebbe monca.
Si tratta di un modello pensato per corse lunghe, dal ritmo costante, in cui l’incredibile ammortizzazione farà la differenza.
Questa edizione della fortunata famiglia Ultraboost ha il 6% in più di schiuma dell’intersuola, una tomaia Primeknit realizzata con plastica oceanica riciclata e un inserto in plastica sotto l’intersuola chiamato LEP (“Linear Energy Push”).
Questo è progettato per dare il 15% in più di rigidità torsionale – garantendo così una corsa più rigida per aiutarti a mantenere il ritmo.
Consigliata a tutti gli amanti delle lunghe distanze e della comodità.
- Scarpe da running
- Tomaia in tessuto
- Intersuola ammortizzata
New Balance 1080 v11
Come proporre una lista delle scarpe running migliori senza parlare di New Balance?
Le 1080 sono uno dei modelli da corsa più popolari della celebre casa statunitense. Sono scarpe di alta qualità con ammortizzazione neutra e che si prestano a gare dai 5 km alla maratona.
La versione 11 è stata modificata pochissimo, con solo due piccole novità: la tomaia è stata resa un po’ più elastica per consentire una migliore libertà di movimento.
Il contrafforte del tallone è stato poi ridotto per cercare di ridurre lo sfregamento del tendine di Achille.
La 1080 rimane una scarpa estremamente ammortizzata ma versatile, particolarmente adatta ai corridori dal piede stretto.
- L'ammortizzazione dell'intersuola in schiuma fresca è progettata con precisione per offrire una guida ultra ammortizzata e leggera
- La costruzione superiore del bootie abbraccia il piede per una vestibilità aderente e solidale
- Tomaia sintetica/mesh
Brooks Levitate 4
In questa quarta edizione delle Levitate ci sono state alcune modifiche, come una formula in schiuma dell’intersuola leggermente adattata, una modifica alle scanalature della suola e una tomaia più leggera e più traspirante… ma per fortuna i cambiamenti sono finiti qua.
Non c’era infatti alcuna ragione per andare a rimaneggiare una tuttofare così efficiente, che è perfetta per chi vuole solo correre, dimenticando di avere delle scarpe ai piedi.
Salomon Sense Ride 4
Le Salomon Sense Ride sono sempre state le più versatili scarpe da trail running della line-up della casa francese.
Questa quarta edizione presenta una tomaia comoda e resistente. combinata con un’intersuola reattiva, ma non troppo rigida, e una suola tuttofare che dovrebbe piacere a tutti i runner.
In particolare “la morte sua” sono i terreni più tecnici, dove la piattaforma stabile e l’ammortizzazione reattiva si sentono più a casa.
- Scarpa da trail polivalente per tutte le tue avventure outdoor
- Con l'ammortizzazione che serve e la schiuma Optivibe che assorbe le vibrazioni e riduce l'affaticamento muscolare senza appesantirti.
- La tomaia unisce tenuta precisa del piede, in particolare intorno al tallone, tessuti resistenti e rete antidetriti.
On Cloudstratus
Le On si fanno riconoscere, in senso buono. Il design della suola è unico, e unica è la sensazione di corsa che riescono a dare.
Si tratta di una “scarpa ad alte prestazioni con la massima ammortizzazione“, come viene presentata dal brand svizzero stesso. Le Cloudstratus offrono una corsa fluida e una discreta quantità di ammortizzazione, senza gli eccessi che spesso ci si aspetta dalle moderne scarpe da corsa.
Con un peso di 305 g, sono piuttosto pesanti e probabilmente non permetteranno di battere i tuoi record di velocità. Ma è altrettanto certo che ti proteggeranno su tutti i terreni, facendoti anche divertire nel frattempo.
- Tomaia in rete resistente con inserti sintetici senza cuciture
- Fodera in tessuto traspirante per il massimo comfort
- Soletta rimovibile e imbottita in schiuma per il sostegno e il sostegno