Può sorprendere un articolo sulle migliori scarpe Brooks da trail running, visto che la casa di Seattle non è esattamente famosa per la corsa in montagna.
Esistono ottimi brand nati da poco che fanno una certa fatica a farsi un nome e prendere piede nel nostro paese (pensiamo a Topo, Inov-8, Altra…).
Ma allo stesso modo alcuni marchi storici legati alla corsa su strada (Mizuno, Nike, Adidas…) rischiano di essere poco considerati dai puristi del trail running.
E questo è il caso anche della Brooks, che però negli ultimi anni ha dedicato molta attenzione (leggi: ricerca e sviluppo) alla corsa in montagna, con risultati ottimi. Andiamo quindi a scoprire quali sono i loro migliori modelli per chi vuole abbandonare l’asfalto per terra, fango e roccia.
Indice
Le migliori offerte
- Black / fiery red / blazing yellow
- Scarpa trail running
- comfort massimo
- Supporto intelligente
- Scarpa da trekking
- Tecnologia DNA Loft V2
- Maggiore adattabilità su terreni accidentati
I migliori modelli
- Scarpe da running
- Tomaia in tessuto
- Intersuola DNA Midsole per la massima performance
- Scarpa da trekking Brooks
- Tecnologia DNA Loft V2
- Maggiore adattabilità su terreni accidentati
- Scarpe da corsa
- Ammortizzazione del DNA BioMoGo
- TrailTack extra garantita dalla scuola in gomma aderente TrailTack
Il marchio Brooks
Le origini di Brooks
La Brooks nasce nel 1914 a Seattle, e decisamente i suoi inizi sono stati variegati. Sono infatti passati dalle scarpette da balletto e ciabatte da bagno ai roller skates e agli stivaletti da football nell’America degli anni ’30.
Nel corso dei decenni la Brooks si è specializzata nello sport, e poi, in un lungo processo di messa a fuoco, nella corsa. Diventando così una delle realtà di punta per appassionati e professionisti di tutto il mondo.
Per la Brooks la corsa è stata davvero un campo di ricerca inesauribile. Dall’ammortizzazione al contrasto alla pronazione e ad altri difetti di appoggio, i tipi di Seattle sono sempre stati all’avanguardia, e le loro ultime uscite non fanno eccezione.
Non sorprende infatti che non si siano fatti trovare impreparati nella corsa ai record di velocità incentivati dall’uso del carbonio, che ha segnato il mondo del running degli ultimi anni.
Con Hyperion Tempo e le Hyperion Elite, nel 2020 Brooks risponde ai concorrenti proponendo modelli dotati dotati di piastra in carbonio per permettere un ritorno di energia straordinario.
È chiaro l’obiettivo: detronizzare le celebri Nike Alpha Fly Next%, usate nel 2019 da Eliud Kipchoge per infrangere il muro delle 2 ore sulla maratona.
Brooks e il trail running
Ma la Brooks ha fatto un passo avanti rispetto alla Nike, proponendo la stessa intersuola ipertecnologica delle sue nuove scarpe da strada anche in versione trail running. Nascono così le Brooks Catamount, pensate per infrangere i record della prestigiosa Western States 100.
Sul marchio Brooks delle Catamount troviamo infatti un ghirigoro minimale, che si ripete anche in rilievo sulla suola. Non è un capriccio da designer, ma una dichiarazione d’intenti, sottolineata da una scritta sulla linguetta: “progettata e costruita per 100 miglia di corsa felice”.
Il ghirigoro è infatti l’altimetria della Western States 100, probabilmente la più celebre ultramaratona di montagna al mondo.
La WS100 nasce nel ’55 come gara equestre, ma nel ’74 il runner Gordy Ainsleigh si unisce ai cavalli per dimostrare che un uomo da solo può completare il percorso in un giorno.
161 km, 5.500 metri di dislivello, 23h 42 minuti più tardi, taglia il traguardo. È l’inizio della leggenda.
Da allora, centinaia di ultra-runner lo hanno imitato, correndo lungo gli antichi sentieri dei cercatori d’oro e d’argento della Sierra Nevada, in California. Tra di loro, alcuni dei nomi che hanno fatto la storia del trail running.
Il prossimo recordman della WS100 avrà ai piedi delle Brooks?
E davvero il marchio di Seattle è competitivo anche quando si inizia a salire (e scendere) su sentieri più inclementi di una strada asfaltata cittadina?
Come passare dalla corsa su strada al trail running
Brooks è un brand che solo recentemente ha allargato i suoi orizzonti al trail running, e lo stesso hanno fatto e stanno facendo migliaia di runner in tutto il mondo.
Sarà il fascino della natura più o meno selvaggia o i problemi derivati dalla corsa su superfici sempre uguali, ma molti iniziano a preferire le salite e le discese sui sentieri alle lunghe tirate su asfalto.
Ma cosa deve fare un corridore da strada per diventare trail runner?
Usare scarpe adatte
A differenza della strada e del marciapiede, i sentieri hanno superfici varie e imprevedibili, e reagiscono in maniera diversa a umidità, pioggia e neve.
Fango, detriti, rami, radici, rocce lisce o porose, argilla friabile o sterrati morbidi coperti d’erba… il trail runner deve abituarsi ad affrontare situazioni anche molto diverse l’una dall’altra. Il che non può che giovare all’allenamento ed evitare o posticipare infortuni da usura, a patto di avere le scarpe giuste ai piedi.
Non a caso le scarpe da trail running hanno una costruzione decisamente diversa da quelle da strada. Ad esempio avere un buon grip (trazione suola-terreno) nelle scarpe influenza notevolmente l’efficienza nella corsa e anche il rischio di lesioni e distorsioni.
Controllare quindi che tipo di battistrada hanno le scarpe che vogliamo acquistare e che tipo di gomma utilizzano è fondamentale per valutare su che modello orientarsi.
Lavora su baricentro ed equilibrio
Pratica il più possibile delle tecniche di bilanciamento ed esercizi di equilibrio. Ad esempio cerca di stare in piedi su una gamba sola con il piede appoggiato su una superficie irregolare, morbida, instabile.
Man mano che raggiungi l’equilibrio su una singola gamba, prova a muoverti e a raggiungere il braccio opposto al piede di bilanciamento.
La pratica delle manovre di bilanciamento metterà alla prova i muscoli della parte inferiore della gamba e quindi ti allenerà meglio per i terreni del sentiero che, tra radici e rocce, non favoriscono certo l’equilibrio.
Inoltre ricorda che il trail running comporta il cambio di direzione con curve anche strette. Per superare questi passaggi con una buona velocità, è importante allenare il cosiddetto core, che include la zona lombare della schiena, gli addominali e i glutei.
Rafforzare questi muscoli e praticare esercizi che prevedono il cambio laterale di direzione rafforzerà il tuo corpo per il trail running.
Varia i tuoi allenamenti
Se sei abituato alla corsa su strada, è probabile che i dislivelli con cui hai familiarità siano meno duri di quelli del trail running.
Alterna quindi allenamenti in piano, su sterrati e forestali, ad allenamenti in salita e in discesa, che sollecitano altri tipi di muscoli.
Appena ti sembra di abituarti a un sentiero, cambialo. Costringerai il tuo corpo a reagire sempre meglio alle variazioni ambientali, ed eviterai infortuni dovuti dalla ripetizione sempre identica degli stessi movimenti.
Per consigli più mirati, rimandiamo alla nostra guida: “Come iniziare a fare trail running”.
Le migliori offerte
Per cominciare diamo un’occhiata alle migliori offerte di scarpe Brooks da trail running. Nel prossimo capitolo proponiamo invece le nostre recensioni dei migliori modelli secondo noi.
- Black / fiery red / blazing yellow
- Scarpa trail running
- comfort massimo
- Supporto intelligente
- Scarpa da trekking
- Tecnologia DNA Loft V2
- Maggiore adattabilità su terreni accidentati
Le 5 Migliori Scarpe Brooks da trail running: recensioni
Brooks Catamount
Inevitabile iniziare una lista delle migliori scarpe Brooks da trail running con l’ultimo modello da sentiero uscito da Seattle.
Come già detto la Brooks Catamount è una scarpa pensata per la Western States 100, e le gare simili a questa. Lunghe, estenuanti, non particolarmente tecniche, ultramaratone di montagna.
Dimentichiamo le Cascadia e Caldera, altri modelli da trail della Brooks. Le Catamount si distinguono sa subito per il loro peso: sono più leggere (263 g), scattanti, con la velocità in mente.
Il peso, i colori immacolati, l’intersuola hi-tech e la promessa di corse lunghe 161 km sono certo un ottimo invito all’acquisto. Ma ne vale la pena?
Seguendo un trend che da anni si registra nel mondo del trail running, le Brooks Catamount garantiscono una buona e comoda mobilità delle dita. Non parliamo delle ampie piattaforme Altra, ma comunque di una vestibilità confortevole anche con l’inevitabile gonfiore ai piedi durante una ultramaratona.
Il mesh usato per la tomaia è denso, resistente e sufficientemente fasciante, pur rimanendo traspirante.
Traspirante e ariosa, questa tomaia si bagna facilmente, e altrettanto facilmente si asciuga. Anche perché la Brooks ha aggiunto un brillante particolare: delle piccole fessure che aiutano il deflusso dell’acqua.
Il tallone è saldo nel suo contrafforte, senza infastidire. Di fatto siede “dentro” all’intersuola, e non balla neanche sulle discese che per il resto sono il punto critico delle Catamount.
Troviamo poi una piastra protettiva (rock plate) sotto l’avampiede, che ci evita impatti sgradevoli dalle rocce, aiutata anche da un puntale, seppur minimale.
Nel complesso, già alla prima prova le Brooks Catamount appaiono scarpe divertenti per terreni poco impegnativi. Reattive, ben ammortizzate, scattanti…
I problemi emergono per i terreni veramente tecnici. In questi casi, la scarpa si rivela non abbastanza precisa, con lievi slittamenti del piede e certamente con una protezione inadeguata a rocce davvero taglienti.
Nemmeno la suola pare essere stata progettata con terreni davvero accidentati in mente. La suola è infatti in gomma TrailTack, con poco pronunciati tasselli di 3,5 mm e una piastra interna Ballistic Rock Shield, a ulteriore protezione.
La mescola è abbastanza morbida, il che garantisce un grip sufficiente in condizioni asciutte.
La suola brilla soprattutto su sentieri semplici o, ancora meglio, in corse road-to-trail, o door-to-trail. Ideale quindi per i trail runner di città che per raggiungere il sentiero devono percorrere tratti di asfalto. E si tratta di una dote non comune tra le scarpe da trail running.
Ma le Catamount mostrano i muscoli soprattutto quando si arriva all’intersuola. Si tratta infatti della stessa tecnologia DNA Flash dei modelli Hyperion, le Ferrari della Brooks.
Questa intersuola offre un’ammortizzazione reattiva e non spugnosa, che si adatta al peso del runner. Realizzata in un materiale viscoso con “infusione di nitrogeno” , la DNA Flash in pratica risponde alla forza che le viene applicata.
Il risultato è che dal tallone alla punta avremo protezione e propulsione. Il 30% in più rispetto alle tradizionali intersuole in EVA, sostiene Brooks.
Difficile trovare una scarpa così divertente per uno scatto su un sentiero nel bosco. È come avere ai piedi delle molle intelligenti, che rispondono al meglio ai nostri input.
La falcata diventa fluida e piacevole, e viene incoraggiato l’appoggio di mesopiede. Oltre a proteggerci dalle rocce, lo stesso Ballistic Rock Shield nella suola contribuisce a dare elasticità e reattività a questa scarpa.
Il drop è di 6 mm, con un’altezza di 35 mm al tallone e di 29 mm in punta. Misure intermedie, che soddisferanno la maggior parte dei trail runner.
In definitiva, con le Brook Catamount ci troviamo davanti a un paradosso del marketing. Vendute come scarpe da ultra anche tecnici, sono in realtà delle superlative scarpe door-to-trail e da terreni facili, dove premere il piede sull’acceleratore.
Sul tecnico mostrano i loro limiti, semplicemente perchè non sono pensate per quel tipo di terreno.
Se sei innamorato delle Brooks e vuoi portartele ai piedi anche sui sentieri più impegnativi, punta alle Cascadia e alle Caldera. Ma se vuoi divertirti e correre veloce dalla porta di casa alla cima della collina o della (facile) montagna fuori città, le Catamount hanno poche rivali sul mercato.
Brooks Caldera 5
Tra le scarpe Brooks da trail running le Caldera 5 spiccano per la loro intersuola massiccia, decisamente massimalista, che promette corse lunghe e confortevoli.
La vestibilità è fedele alle dimensioni e lo spazio del puntale/avampiede è abbastanza spazioso e largo, pur fornendo migliori appoggio e sicurezza rispetto alla versione precedente.
La tomaia è comoda, traspirante con strati esterni/paraurti che forniscono protezione dall’umidità che entra nella scarpa dalla punta, nella parte centrale del piede e nel tallone.
La linguetta è sottile, ma si bilancia bene per la calzata complessiva della scarpa. Il tallone e il contrafforte hanno una buona imbottitura.
L’intersuola BioMoGo DNA (39 mm al tallone, 35 mm al puntale, per un drop di soli 4 mm) permette una corsa morbida e ammortizzata. Nel complesso, le Caldera sono un’ottima scelta per una scarpa da corsa lunga e, grazie alla sicurezza della tomaia, potrebbero anche scarpe per una ultra.
Non c’è una piastra protettiva sotto il piede, ma dati i 35 mm di intersuola sotto l’avampiede non ci sono certo problemi di impatto con la roccia.
Va detto che sebbene ci sia materiale sotto i piedi, l’intersuola non è così morbida ed è al limite della solidità, almeno per scarpe di questa altezza.
Sebbene non sia necessariamente una scarpa da corsa veloce, l’intersuola offre ottimi rimbalzo e reattività. Probabilmente dovuti anche alla nuova e migliorata tomaia che tiene meglio il piede in sede e permette di spingere di più.
Per chiunque miri a gare lunghe dove il comfort, la sicurezza e l’ammortizzazione tutto il giorno sono di primaria importanza, le Brooks Caldera 5 sono un candidato ideale.
Inoltre, la spessa intersuola DNA BioMoGo si integra perfettamente con le grandi scanalature flessibili che corrono per la maggior parte della lunghezza della scarpa. Compresa una scanalatura incrociata che copre la larghezza sotto il mesopiede.
Sebbene non sia certamente una scarpa dalla massima sensibilità, la Caldera 5 con la sua ammortizzazione adattabile ha una flessibilità tale da garantire la sintonia con il terreno. Insomma, malgrado la prima impressione di goffaggine dovuta alla suola-canotto, è una scarpa agile.
La suola TrailTack fa subito sentire la sua presa sul terreno, sia in salita che in discesa. Non tradisce nemmeno su sterrati pieni di detriti, e funziona alla grande anche nel fango spesso.
I tasselli della suola sono infatti bassi e stretti, il che consente al fango di volare via dopo pochi passi. Anche su ghiaccio e neve la suola si comporta molto bene. Insomma, ancora una volta l’apparenza inganna: a guardarla non è una suola aggressiva, ma sul trail sorprende.
A livello di sensazione in corsa, la scarpa dà il meglio di sé nelle lunghe giornate su sentieri relativamente facili, e si adatta particolarmente bene a chi ha il piede leggermente stretto.
Nel complesso, la corsa con le Caldera è fluida, ragionevolmente veloce, agile, prevedibilmente stabile, con una flessibilità appena sufficiente e sorprendentemente reattiva.
- Scarpe da running
- Tomaia in tessuto
- Intersuola DNA Midsole per la massima performance
Brooks Cascadia 16
Le Cascadia sono da sempre le scarpe Brooks da trail running più comode, e questa nuova versione ha diversi aggiornamenti progettati per garantire ai corridori più comfort e stabilità su tutti i terreni.
La tomaia e l’intersuola delle Brooks Cascadia 16 sono state completamente rinnovate, ad esempio. La rete a strato singolo ricopre l’area della punta, mentre un rivestimento in TPU e un parafango in rilievo aggiungono stabilità e protezione al tallone e all’avampiede.
L’area dell’alluce su questo modello è notevolmente meglio protetta rispetto al modello dell’anno scorso.
Le scarpe si allacciano facilmente su una linguetta a soffietto e rimangono allacciate meglio delle Brooks Cascadia 15, grazie alla maggiore consistenza dei lacci stessi. Il mesopiede è fasciante, mentre la punta ospita comodamente le dita.
A differenza di alcune scarpe specifiche per il trail, la Cascadia 16 non è dotata di una ghetta incorporata. Tuttavia, ha punti di attacco anteriori e posteriori per fissare le ghette se desideri utilizzarle.
Per quanto riguarda l’intersuola, Brooks ha aggiunto 2 mm di schiuma DNA Loft v2 per un maggiore comfort. In linea con le precedenti scarpe Brooks, sono scarpe comode fin da subito, senza bisogno di tempi di rodaggio.
L’altezza dell’intersuola di questo modello è di 33 mm al tallone e 25 mm all’avampiede, con conseguente drop di 8 mm.
Il sistema di stabilità è stato aggiornato con un’ammortizzazione “a fisarmonica”, progettata per funzionare indipendentemente da un lato all’altro e adattarsi meglio alla natura irregolare del sentiero.
La Cascadia 16 ha anche una maggiore stabilità grazie a scanalature che circondano l’intersuola e la suola, consentendo alla scarpa di adattarsi facilmente al terreno.
L’intersuola include il Ballistic Rock Shield di Brooks per la protezione da rocce e radici. Un rock plate qui aggiornato per includere scanalature verticali allo scopo di fornire stabilità da lato a lato.
La suola TrailTack ha tasselli multidirezionali che si comportano bene sul sentiero e sono abbastanza lisci su strada per giorni in cui vuoi passare da asfalto a roccia e viceversa.
Sul sentiero, le Brooks Cascadia 16 hanno una trazione sufficiente per il terreno bagnato e asciutto, la neve primaverile leggera e gli sterrati non troppo tecnici.
Per concludere, si tratta di scarpe difficili da non amare, grazie all’attenzione ossessiva al comfort, il design accattivante e l’ammirevole combinazione di impermeabilità e traspirabilità.
Possono essere considerate delle abilissime tuttofare, adatte e affidabili sulla maggior parte dei terreni, e rinnovate in questa edizione in direzione di morbidezza e leggerezza.
- Scarpa da trekking Brooks
- Tecnologia DNA Loft V2
- Maggiore adattabilità su terreni accidentati
Brooks Divide 2
Le Divide 2 sono le scarpe Brooks da trail running che chiunque voglia passare dalla strada al sentiero dovrebbe acquistare.
Spesso capita che i runner da asfalto si trovino poco a loro agio con i modelli da trail, che sono solitamente costruiti con un design e una filosofia completamente diversa da quelli delle scarpe da strada.
È certamente il caso dei marchi espressamente per il trail running, ma non quello di un brand storico come Brooks. Che con le Divide 2 mette in mostra tutta la sua esperienza della corsa “normale”, aggiungendoci la ricerca sviluppata in ambito trail.
Si tratta quindi di scarpe che hanno tutto quello che serve per rispondere alle particolari sollecitazioni dei vari tipi di terreno off-road, ma che mantengono una vestibilità e una sensazione da strada.
Se ti stai quindi appena affacciando al mondo del trail running, non serve che cerchi altrove.
La prima buona notizia è che le Divide 2 sono pronte per essere utilizzate immediatamente e non richiedono il classico periodo di rodaggio delle scarpe da trail running.
Si tratta di una scarpa neutra (ma più sbilanciata verso la stabilità) con un’ammortizzazione BioMoGo DNA già vista su altri modelli Brooks.
È una scarpa comoda, con una tomaia in air mesh traspirante e rinforzata. Una linguetta integrata aiuta ad avvolgere l’area mediale dall’interno, mentre una forte sovrapposizione sulla tomaia porta rinforzo dall’esterno.
I lacci danno un accento luminoso alla colorazione grigio/nera della scarpa, ed essendo ruvidi al tatto contribuiscono a garantire la vestibilità più a lungo.
Molte volte, dopo chilometri sul sentiero, le scarpe si slacciano a causa di tutti i movimenti laterali che si eseguono in corsa. Con le Brooks Divide 2 questo non sarà un problema.
Il tallone si sente ben sicuro nella sua sede e una piastra da roccia leggera aggiunge un’utile protezione alla pianta del piede.
La suola TrailTack è eccellente: i tasselli bassi e appiccicosi danno un senso di sicurezza sul sentiero, ma non infastidiscono e non fanno battere i denti quando si attraversa una strada.
Con un peso ridotto di 260 g e un drop di 8 mm, la Divide 2 è una scarpa che può fare tutto. Corse di resistenza, corse a tempo, corse di recupero, gare… Non tutti hanno i mezzi per collezionare scarpe specializzate su ogni tipo di terreno, ed è apprezzabile un modello che si difende bene ovunque.
A livello di vestibilità, mentre le Brooks Divide 2 tendono ad essere leggermente strette nella parte centrale del piede, il dimensionamento è leggermente grande. Il che è particolarmente evidente nella punta più larga e più lunga.
Meglio quindi scendere di mezza taglia rispetto a quella a cui sei abituato.
Chiunque voglia iniziare a battere i sentieri affidandosi all’esperienza decennale di esperti della corsa, dovrebbe mettere le Brooks Divide 2 in cima alla sua wishlist.
- Scarpe da corsa
- Ammortizzazione del DNA BioMoGo
- TrailTack extra garantita dalla scuola in gomma aderente TrailTack