Scarpe, zaini, bastoncini, calze… abbiamo dedicato diversi articoli all’universo – sempre in espansione – della corsa in montagna. Oggi scendiamo nello specifico e recensiamo le migliori scarpe Hoka da trail running e trekking.
Per l’appassionato di escursionismo o alpinismo il marchio Hoka (nome completo: Hoka One One) dirà forse poco. Ma per chi esce di casa la domenica mattina per calcare di corsa ogni tipo di sentiero, dagli sterrati alle cime, Hoka significa una cosa sola: volare sulle nuvole.
Scopriamo allora qual è il segreto di questo brand, e come mai in pochi anni ha costretto i concorrenti a correre al riparo.
Indice
Le migliori offerte scarpe Hoka da trail running e trekking
- Scarpa da trail
- Calzata più morbida e confortevole
- Rete ingegneristica con ottima traspirabilità
- Breathable mesh upper with seamless synthetic overlays
- Breathable textile lining for abrasion-free wear
- Removable, foam padded insole for cushioning and support
I migliori modelli di scarpe Hoka per trail running e trekking
- Breathable mesh upper with seamless synthetic overlays
- Breathable textile lining for abrasion-free wear
- Removable, foam padded insole for cushioning and support
- HOKA
- CLIFTON EDGE MEN'S Uomo
- 100% Sintetico
Scarpe Hoka da trail running: un’idea rivoluzionaria
Andare controcorrente negli anni della corsa naturale
Il “momento Eureka” della Hoka risale al 2009. In quell’anno il campione di ultramaratona Nicolas Mermoud lascia la francese Salomon, marchio leader nel settore outdoor. Mermoud vuole avere campo libero per sviluppare una sua idea, che cambierà le regole del gioco del trail running.
Sono gli anni del successo di Born to Run, libro di Christopher McDougal, giornalista e podista americano che esplora il mondo delle ultramaratone. Il libro in particolare racconta della popolazione messicana dei tarahumara, leggendari corridori di montagna che macinano chilometri e record praticamente da scalzi.
Con supporti scientifici ed esempi pratici, questo ibrido tra inchiesta e romanzo affascina il lettore cantando la romantica congrega dei “corridori naturali”. Ovvero di tutti quelli che pensano che “less is more”: più ci si avvicina alla corsa a piedi nudi, più si eviteranno infortuni e si miglioreranno le prestazioni.
Il libro diventa un best seller, e la corsa naturale una grande moda che contagia ogni giorno sempre più runner. L’industria delle scarpe non può che adeguarsi, iniziando a proporre modelli minimalisti, che proteggano il piede senza però appesantirlo o modificarne l’appoggio.
La comunità scientifica in realtà continua a sostenere che non ci sono prove che la corsa naturale sia davvero più “sana” ed efficiente. Diversi studi dai risultati contraddittori portano a credere che in realtà una corsa “migliore” non ci sia.
Ognuno quindi dovrebbe cercare il proprio modo personale di approcciare la corsa. A meno che una serie di infortuni o prestazioni in calo non impongano un cambio di rotta.
Rimane il fatto che alle soglie degli anni ’10 parlare di ammortizzazione e scarpe ingombranti pareva un’eresia. Il trail running pareva dover guardare più a popoli spartani, liberi e “selvaggi” come i tarahumara che ai laboratori hi-tech dei grandi brand sportivi. Nicolas Mermoud ha un’altra idea.
Hoka: è il momento di volare
Quest’idea è piuttosto semplice: basta ribaltare quello che la maggior parte di esperti e appassionati andavano predicando in quegli anni.
Tutti parlavano di scarpe minimaliste, dall’intersuola (quello strato spugnoso che sta tra la suola e il piede) ridotta praticamente a 0? Bene, Mermoud se ne esce con l’esatto contrario.
Si chiede: cosa succederebbe se prendessimo una classica scarpa da trail running, come ad esempio una Salomon, e ci aggiungessimo sotto… un materasso? Succederebbero le Hoka One One.
Questo strano nome (che si pronuncia proprio “One One”, non “Uan Uan”) in lingua maori significa “é il momento di volare” o “planare sulla terra”. Ed è proprio questo l’obiettivo delle nuove arrivate nel mondo del trail, all’inizio impietosamente soprannominate “scarpe da clown”!
In effetti per quanto sia brillante l’idea di Mermoud, non si può negare che l’eleganza e la proporzione non fossero in cima alla sua lista di priorità. Ma a lui importano più i numeri, che da subito sono confortanti.
La sua teoria è che maggiore è il grado di ammortizzazione, maggiore sarà la velocità in discesa e la preservazione della salute di ginocchia e legamenti. I test gli danno ragione: i trail runner con le Hoka ai piedi volano in discesa, senza subire lo stress dell’impatto a terra. E rimanendo ben bilanciati grazie alle grandi piattaforme delle suole.
Inizia così l’epoca delle scarpe massimaliste, esatto opposto dell’ideale tarahumara. E questa Controriforma ha successo.
Dalle sue origini europee, l’azienda francese fa presto a sbarcare in America, dove di fatto oggi è trasferita.
Idea strategica: l’America è la terra degli ultra trail, ovvero delle gare di corsa in montagna che superano i 40km. E proprio su queste distanze le Hoka brillano, e gli ultra-atleti americani le premiano con un successo veloce e senza precedenti.
Caratteristiche delle scarpe Hoka da trail running
A chi si rivolgono
Evitando di aderire all’una o all’altra tifoseria, va detto che sia la scarpa minimalista che quella massimalista sono proposte radicali. Sono quindi pensate per soddisfare esigenze particolari di atleti che sanno quello che vogliono, e che non sono in cerca di una scarpa qualsiasi.
Le scarpe da trail running minimaliste sono l’ideale per atleti più leggeri, che lavorano anche sul rafforzamento muscolare e che hanno un appoggio di mesopiede.
Il che vuol dire che dopo ogni falcata tendono ad atterrare con la parte centrale del piede, proprio come naturalmente facciamo se corriamo a piedi nudi.
Basta fare una prova a casa: vie scarpe e calze e facciamo qualche metro di corsa. Ci verrà spontaneo atterrare di mesopiede, perché è lì che il piede è naturalmente ammortizzato.
Il corridore naturale sostiene così di non avere bisogno di un’ammortizzazione artificiale, visto che sa correre nel modo più sostenibile possibile.
Le scarpe Hoka da trail running montano invece il già citato “canotto” tra piede e battistrada. Sono quindi l’ideale per:
- atleti più pesanti
- corse lunghe, sopra la mezza maratona
- discese
- chi ha avuto problemi con il tendine di Achille (messo più a dura prova dalle scarpe minimaliste)
- chi in generale ha problemi di affaticamento muscolare, mal di schiena o dolori alle piante dei piedi
Se nelle salite le Hoka possono essere un po’ goffe (per l’ingombro e la scarsa sensibilità che lasciano al piede, più che per il peso), in discesa sono una marcia in più. Provare per credere.
Dove con una scarpa normale ci viene naturale rallentare e perdere secondi, con le Hoka ci sentiamo sicuri e possiamo premere sull’acceleratore. Merito di:
- intersuola assorbi-shock che riduce di molto l’urto dell’impatto in discesa
- grip eccezionale: il grip è la capacità della suola di una scarpa di fare attrito con ogni tipo di terreno, evitando di scivolare
- superficie di atterraggio più grande della media. Tutti i modelli Hoka hanno suole larghe, che permettono di appoggiare il piede con maggiore sicurezza. Fino ad arrivare agli estremismi delle bizzarre Tennine, modello sperimentale da discesa, con una piattaforma che si estende ben oltre il tallone
Drop e cushioning: cosa sono
Prima di andare avanti bisogna chiarire un malinteso in cui spesso si cade.
Il drop è il differenziale tacco punta. Prendi una scarpa da trail running, segala a metà in lunghezza (prendine una di un tuo amico, ovviamente). Così sezionata, la scarpa rivelerà i suoi segreti. Vedrai che sopra la suola c’è la famosa intersuola, dove il piede appoggia e dalla quale viene ammortizzato.
A seconda dei vari modelli, questa intersuola potrà essere più o meno inclinata. Ovvero ci potrà essere una maggiore o minore differenza, misurata in mm, tra il tacco e la punta.
In una scarpa con drop tra gli 8 e i 10 mm abbiamo un tacco relativamente alto. Una volta queste erano misure del tutto normali, mentre oggi sono considerate all’estremo della gamma. La maggior parte delle scarpe da trail si attestano infatti tra 4 e 6mm.
Si scende per arrivare fino alle famigerate drop 0: scarpe in cui il tallone poggia allo stesso livello della punta del piede.
Il cushioning è invece il grado di ammortizzazione. Maggiori sono lo spessore e la morbidezza dell’intersuola, maggiore è il cushioning della scarpa. Si va da intersuole di 10 mm a intersuole che sfiorano i 40 mm… neanche a dirlo, le massimaliste sono proprio le scarpe Hoka da trail running.
Cushioning e drop non sono quindi sinonimi e possono viaggiare su percorsi paralleli. Una scarpa può avere drop 0 e ammortizzazione elevata. Avremo quindi un’intersuola spessa e spugnosa, ma un’inclinazione nulla.
Allo stesso modo possiamo avere un’intersuola sottile e “secca” e un’inclinazione elevata.
Quando si dice che le Hoka sono scarpe massimaliste si fa riferimento al cushioning, ai vistosi cuscini tra piede e suola. Al contrario, il drop non è massimalista, e viaggi tra i 4 e i 5 mm.
Di fatto quindi le scarpe Hoka da trail running non sono così “innaturali” a livello di inclinazione del piede. Semplicemente sotto quel piede ti mettono una nuvola soffice, che trasforma il sentiero più dissestato e spezza-caviglie in una distesa di gelatina!
Le migliori offerte di scarpe Hoka da trail e trekking
Chiariti quali sono i criteri per scegliere le tue scarpe Hoka da trail running, diamo un’occhiata alle migliori offerte che si trovano su Amazon. Nel capitolo successivo proporremo invece le nostre recensioni dei migliori modelli secondo noi.
- Scarpa da trail
- Calzata più morbida e confortevole
- Rete ingegneristica con ottima traspirabilità
- Breathable mesh upper with seamless synthetic overlays
- Breathable textile lining for abrasion-free wear
- Removable, foam padded insole for cushioning and support
Le 7 migliori scarpe Hoka da trail running: Recensioni
Recensione Hoka Torrent 2
Questa tabella fa capire molto bene dove stiano le Torrent 2 nel catalogo Hoka:
Modello | Peso | Drop | Altezza intersuola |
Hoka Torrent 2 | 266 gr | 5 mm | 18 mm / 23 mm |
Hoka Challenger | 275 gr | 5 mm | 24 mm / 29 mm |
Hoka EVO Mafate 2 | 291 gr | 4 mm | 29 mm / 33 mm |
Hoka Speedgoat 4 | 306 gr | 4 mm | 28 mm / 32 mm |
Hoka Stinson ATR 5 | 343 gr | 5 mm | 32 mm / 37 mm |
Leggere, con un “cuscino moderato”, ma con un drop di 5 mm che accontenterà un po’ tutti gli atleti allergici ai massimalismi. Scarpe tuttofare che sedurranno anche chi solitamente trova le Hoka ingombranti ed eccessive per i chilometraggi più ridotti.
A livello di comfort sono le scarpe da trail running Hoka con il maggiore equilibrio tra fit fasciante e sicuro e spazio sufficiente per permettere alle dita di muoversi e dare la spinta.
Sulla tomaia, delle sottile strisce di materiale più resistente si sovrappongono sul mesh (tessuto a rete) su tutto il perimetro della scarpa, dall’intersuola a mezza altezza. Queste contribuiscono a rendere le Torrent 2 resistenti e a tenere il piede ben saldo. Obiettivo raggiunto anche alla conchiglia del tallone, più sostenitiva di quando visto nelle Torrent 1.
I tasselli scanalati nella suola sono aggressivi (5 mm), larghi e multidirezionali. Morbida e flessibile al punto giusto, la mescola del battistrada aggredisce ogni terreno senza infastidire: l’ideale per i continui cambi di superficie del trail running.
L’intersuola ProFly è relativamente leggera e “scattante”, ben diversa dai materassi soffici di altre Hoka. In questo senso le Torrent 2 sono un unicum nell’offerta del brand francese: offrono vera sensibilità del sentiero, reattività e velocità. Sono quindi scarpe ottime anche per le brevi distanze.
Recensione Hoka Speedgoat 4
Le Speedgoat sono la più celebre dinastia di scarpe da trail running Hoka, arrivata ora alla quarta generazione. Progettate sulla base della visione e del contributo del più vincente trail runner di 100 miglia di tutti i tempi, Karl Meltzer, le Speedgoat sono i loro modelli di punta per le lunghe distanze in montagna.
Nella quarta edizione, le Speedgoat hanno una trazione migliore, una durata più affidabile e una vestibilità migliorata rispetto al modello di debutto.
Il drop è moderato ma non troppo minimalista: 4 mm per un peso di circa 300 grammi (non una piuma, ma nella media per delle scarpe pensate per resistere a tanti chilometri sul sentiero).
In questa versione, Hoka ha creato una punta più ampia e più accomodante per migliorare una calzata già confortevole.
La suola Vibram MegaGrip garantisce trazione praticamente su qualsiasi superficie, bagnata o asciutta. L’intersuola in schiuma fornire ammortizzazione durante la corsa in discesa, ma senza perdere in reattività e leggerezza (in questo migliorando le edizioni precedenti).
Anche la tomaia ridisegnata delle Speedgoat 4 è più robusta e traspirante rispetto ai vecchi modelli precedenti, e una trama fitta impedisce ai detriti di entrare nella scarpa.
- Breathable mesh upper with seamless synthetic overlays
- Breathable textile lining for abrasion-free wear
- Removable, foam padded insole for cushioning and support
Recensione Hoka Challenger ATR 6
Con soli 277 grammi, le scarpe da trail running Hoka Challenger sono leggere ma offrono un’ammortizzazione in stile Hoka. In particolare questo modello è pensato per il road to trail: tutte quelle corse miste, in cui si può passare da asfalto a sentiero più e più volte.
La tomaia presenta un nuovo filato riciclato a base REPREVE innestato nel mesh, comodo da indossare e con un’ottima ventilazione dei piedi.
In quanto a reattività, le Challenger possono fare la differenza su un sentiero medio, non troppo tecnico, come ad esempio uno sterrato. Ma per terreni più complicati meglio puntare alle Speedgoat.
Le ATR 6 sono piuttosto una scarpa da scegliere per una gara medio-breve in cui si mira ad andare a tutta velocità.
L’intersuola è di 29 mm di schiuma EVA modellata a compressione (CMEVA), e si trova proprio nel punto medio tra ammortizzato e rigidità.
Il valore aggiunto del Challenger ATR 6 è la versatilità che offrono. Se stai cercando una scarpa solida per andare sia sui sentieri che sulle forestali con tratti di asfalto, questo è il modello che fa per te.
Andranno bene sia per l’allenamento quotidiano, che per gare fino alla maratona su percorsi da lievi a moderati.
Recensione Hoka Mafate Speed 3
Versione più bassa e più supportiva delle originali (e fuori commercio) Mafate, queste scarpe da trail running Hoka sono pensate per l’uso quotidiano, con grande grip e i soliti cuscini.
Sono scarpe alte ma con una piattaforma più stretta delle Speedgoat 4, tuttavia la tomaia fasciante le mantiene sempre sotto controllo, anche in discesa, campo d’elezione delle Hoka.
L’intersuola è la stessa delle vecchie EVO Mafate ed EVO Mafate 2: ottima per percorrere chilometraggio elevato praticamente a qualsiasi velocità su un’ampia varietà di terreni. Il termine “velocità” nel nome non è usurpato: malgrado il peso sopra i 300g sono scattatanti in salita, in discesa e in pianura.
La suola Vibram è invariata rispetto alla versione precedente. I tasselli da 5 mm sono efficaci nel fornire un’ottima trazione su un’ampia varietà di superfici: fango, fuori pista, neve, ecc. Essendo di forma molto pronunciata, i tasselli si fanno sentire sotto i piedi, per lo più su superfici dure come roccia, asfalto e terra molto compatta.
A differenza di molte altre scarpe con massima ammortizzazione, le Speed 3 offrono un mix di comfort e velocità del giorno della gara, incoraggiando il movimento in avanti e la rullata.
L’unico problema per qualche purista potrebbe essere l’aumento di peso rispetto alle precedenti versioni. Tuttavia questo problema non si fa sentire sul piede, e non è un fattore importante quando si corre in discesa.
Recensione Hoka Evo Stinson ATR 5
Le Hoka Stinson ATR 5 sono prive di rockplate, quella piastra semirigida sotto l’avampiede che in molte scarpe da trail running Hoka protegge da urti e sassi. In ogni caso il livello di ammortizzazione e lo spessore dell’intersuola in schiuma EVA modellata a compressione (CMEVA) offrono tutta la protezione di cui avrai bisogno.
Il rivestimento su tutta la tomaia fornisce una protezione aggiuntiva per la parte superiore del piede, oltre a dare stabilità per mantenere il piede in posizione.
La tecnologia Meta-Rocker (la forma leggermente “a dondolo”) firmata Hoka è una caratteristica chiave di questa scarpa. È infatti progettata per facilitare una rullata fluida dal tallone alla punta, e permettere di terminare la rullata con una spinta conclusiva in punta.
Il drop di 5mm e il peso superiore ai 300 grammi la rendono preferibile per l’allenamento o per una corsa più lunga, mentre per una corsa più veloce meglio optare per le Torrent o le Mafate Speed.
La punta del piede è sufficientemente ampia da essere comoda e accogliere il gonfiore delle dita che può verificarsi durante le corse più lunghe.
La mancanza di reattività e la pesantezza di questa scarpa ne limitano la velocità, ma la comodità e la morbidezza la rendono una confortevole compagna di allenamento e lunghe distanze. Escursioni comprese!
Recensione Hoka Evo Speedgoat
Tra le scarpe da trail running Hoka la Evo Speedgoat è uno dei modelli orientati alle gare, ma è una buona scelta anche per allenamenti lunghi su terreni moderati.
Le Evo Speedgoat trovano un ottimo equilibrio tra peso, ammortizzazione e protezione per la maggior parte degli usi. Se sei un fan delle scarpe massimali ma stai cercando un’opzione più leggera, questo modello dovrebbe fare al caso tuo.
La calzata è fasciante e stabile, soprattutto nel tallone e nella parte centrale del piede, il che può attirare chi non è abituato all’altezza da terra tipica delle Hoka. La calzata più stretta migliora decisamente le prestazioni della scarpa su terreni tecnici, ma non è così comoda per le corse più lunghe come altri modelli di casa Hoka.
La linguetta delle Evo Speedgoat è ancorata all’intersuola con un tassello elastico che trattiene il piede in posizione e impedisce alla lingua di scivolare durante la corsa.
A livello di ammortizzazione queste scarpe sono molto elastiche e agili, mentre mettono a tacere quasi tutte le sensazioni del suolo. La scarpa non ha una rock plate, ma l’intersuola spessa offre molta protezione dagli ostacoli taglienti del sentiero.
Una versione scattante e reattiva dei canotti più massimali, come le Mafate o le Speedgoat.
Recensione Hoka Clifton Edge
La Clifton Edge è una scarpa da strada, che è possibile usare anche per allenamenti su sentieri moderati. Questo modello ha una nuova geometria dell’intersuola che ricorda in forma meno estrema le TenNine, con uno stabilizzatore posteriore meno pronunciato.
L’altezza dal suolo è di 29 mm / 24 mm, molto generosa ma non estrema, per i canoni Hoka. L’intersuola è realizzata con una nuova schiuma ad alta resilienza, che è sia leggera che elastica.
L’ammortizzazione è protettiva e confortevole, ma non ha una sensazione super morbida come altri modelli estremi. La suola che prosegue oltre il tallone aiuta molto chi atterra appunto di tallone, garantendo una rullata efficiente e naturale.
Se la scarpa non ha una sensazione di ammortizzazione da nuvola come le Mafate, offre un sacco di supporto protettivo e una buona stabilità posteriore… oltre che un look decisamente fuori dalle righe, grazie alla sua suola ipertrofica.
- HOKA
- CLIFTON EDGE MEN'S Uomo
- 100% Sintetico