Questa escursione è una passeggiata attorno al Monte Zebio, un posto molto conosciuto per le grandi battaglie che ci sono state durante la Grande Guerra che vedeva protagonisti l’esercito italiano e quello austro-ungarico.
Breve introduzione sulla meta
L’Altopiano di Asiago presenta uno scenario montano e pedemontano davvero straordinario. Si possono visitare tanti luoghi in questa zona e fare molte escursioni e immergersi nella storia e nele benessere, gustando molti piatti tipici. L’escursione del Monte Zebio si collega alla Mina Scalambron e al Monte Zovetto, ambienti che possono risultare molto differenti anche se così vicini.
Scheda Tecnica
Difficoltà: facile
Tipo di percorso: E
Lunghezza TOTALE a + r: 12,6 km
Durata TOTALE a + r: 5:00 h
Dislivello: 753 m
Punto più basso: 1.160 m
Punto più alto: 1.772 m
Luogo di Partenza: Parcheggio prima della Casa di S.Antonio (1.160 m)
Punti di appoggio: Rifugio Stalder, Bivacco dell’Angelo, Malga Zebio, Casara Zebio Pastorile
Cartografia: Carta Tabacco 1:25.000, foglio 50 “Altopiano dei sette comuni, Asiago, Ortigara” (clicca qui se hai bisogno di acquistarla)
Come arrivare al punto di partenza e dove parcheggiare
Per arrivare a destinazione e iniziare il nostro percorso dobbiamo seguire le indicazioni per l’hotel Casa di S.Antonio, troveremo un parcheggio libero 50 m prima. Ci sono molti spazi per parcheggiare, proprio vicino all’inizio del sentiero.
Itinerario e sentieri da seguire
Il percorso che porta al Monte Zebio è molto semplice, risulta impegnativa la prima salita dal parcheggio verso il cimitero della Brigata Sassari, da lì in poi troviamo solo sali scendi leggeri. La segnaletica in questo percorso è ben visibile e sempre presente. Ci vuole circa mezz’ora per fare la salita nel bosco e poi ci si ritrova ad un bivio: a sinistra troviamo il cimitero della brigata Sassari, mentre a destra raggiungiamo il Monte Zebio. Dopo poco possiamo imbatterci nel cratere della mina di Scalambron, testimonianza della Grande Guerra. Questo non è solo un percorso naturalistico ma anche storico, infatti camminando ci si imbatte spesso in cartelli che spiegano cos’è successo durante la guerra nei vari punti che si incontrano.
Dopo la mina dello Scalambron bisogna seguire la segnaletica CAI e salire ancora più alto. Si arriva in un punto in cui è possibile osservare dall’alto la Malga Zebio con un piccolo laghetto di montagna. Questo è il momento di scendere e di raggiungere la malga, facendo una sosta. Continuare il percorso andando dritti ci porterebbe a fare il giro in senso contrario. In questo luogo possiamo visitare l’ecomuseo della Grande Guerra del Monte Zebio. Se vogliamo immergerci nella cultura del posto questo è sicuramente il luogo giusto. I cenni storici in questo tipo di ambiente sono fondamentali, senza informazioni non riusciremmo a vivere le giuste sensazioni.
Dopo esserci fermati a visitare il museo e a fare una breve sosta, possiamo ricominciare il nostro percorso che ci riporterà indietro. Da qui infatti bisogna tornare alla Malga Zebio e si continua il giro circolare che porta alla strada sterrata che sale poi dentro al bosco (sentiero 832). Questa strada arriva fino alla località Albi di Pastorile per poi riportarci alla mina di Scalambron, che abbiamo già visto in precedenza. Si passa poi davanti al cimitero della brigata Sassari. Lì vicino troviamo un bivacco in cui è possibile fermarsi per un pranzo al sacco. Da qui in poco tempo possiamo tornare alla croce di Sant’Antonio, prendendo la stessa strada che abbiamo preso all’andata del percorso. In generale i luoghi che incontriamo sono: la Croce di Sant’Antonio, la Mina di Scalambron, il Monte Zebio, la località Albi di Pastorile, il cimitero brigata Sassari.
Sempre lì vicino, in poche ore possiamo fare l’escursione per il Monte Zovetto. Basta seguire le indicazioni per i cimiteri militari di Val Magnaboschi, dall’abitato di Cesuna. Si può parcheggiare vicino alla cappella di Sant’Antonio. Uno dei due cimiteri è inglese, gestito ancora oggi dal Commonwealth War Graves Commission. Superati i cimiteri possiamo inoltrarci nel bosco pieno di alberi di faggio e abete, per poi ritrovarci su una strada asfaltata. Da qui bisogna prendere una strada sterrata che dove troveremo un altro bosco prima di imbatterci nella radura del Monte Zovetto. Ancora oggi si possono visitare le trincee e le postazioni blindate della Grande Guerra.
E’ pericoloso?
Il giro ad anello sul Monte Zebio è molto facile da praticare e per niente pericoloso. E’ adatto a famiglie con bambini e non ci sono grosse difficoltà se non in alcuni punti. Non c’è bisogno di un grande sforzo fisico perché è più che altro una passeggiata con cui si cammina a passo svelto.
Abbigliamento e attrezzatura consigliata
L’attrezzatura consigliata per questo tipo di percorso è quella di montagna. Dobbiamo indossare abbigliamento tecnico e avere sempre un ricambio con noi. E’ consigliato usare sempre scarpe o scarponi da trekking perché alcuni sentieri possono essere scivolosi e non percorribili con le scarpe da ginnastica. Portiamo sempre con noi del cibo e dell’acqua.
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Quando andare?
Il periodo migliore per fare l’escursione al Monte Zebio è tra Maggio e Settembre. In generale, la montagna si vive meglio nei mesi estivi ed è più facile percorrere i sentieri. In inverno non è consigliato per via della neve e del clima molto freddo, che può continuare fino in primavera inoltrata.
Altre informazioni utili
Come abbiamo anticipato, questo è un percorso che racchiude molta storia. Prima di intraprendere questa escursione è consigliato documentarsi sul periodo storico della Grande Guerra. Informarsi in anticipo è molto utile perché avremo modo di capire meglio ciò che stiamo andando a vedere. Nel percorso troviamo comunque tanta documentazione, cartelli e cenni storici molto utili. Questo percorso include vecchie trincee e riferimenti alla guerra che c’è stata proprio in questa zona. Nel museo dedicato possiamo trovare altre informazioni interessanti.
Questo forte era dotato di quattro cannoni in acciaio posti in cupole girevoli. La difesa più ravvicinata comprendeva ben quattro cannoni in bronzo e quattro mitragliatrici.
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