L’escursionismo è un lavoro fatto con i piedi. Si può tranquillamente godersi la montagna con uno zaino un po’ ballerino, dei pantaloni non del tutto traspiranti, dei bastoncini che pesano qualche grammo più di quello che vorremmo… Ma se i nostri piedi si lamentano, ogni passo sarà una pena. Vediamo allora quali sono i migliori scarponi da montagna e da trekking, che ci permettono di godere della nostra passione senza pensieri.

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I migliori modelli di scarponi da montagna e scarponi da trekking

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  • Stivale leggero e flessibile particolarmente indicato per escursioni alpine, percorsi tecnici di avvicinamento
  • Applicabile per scarpe da lavoro per guide di montagna e soccorritori.

Storia degli scarponi da montagna e Trekking

Vecchio scarpone

Vecchio scarpone / Quanto tempo è passato / Quanti ricordi fai rivivere tu…”. Così cantava Gino Latilla al Festival di Sanremo del 1953, in una canzone diventata un classico nostalgico (e metaforico) dell’Italia del Dopoguerra.

In effetti gli scarponi da trekking sono oggetti spesso legati al passato. Li vediamo nei musei dell’alpinismo: cimeli tozzi e sgraziati, eroici e malinconici, pieni di graffi e tagli che raccontano le cime scalate. Ci fanno pensare all’epopea degli alpini, a Walter Bonatti, alle gite piene di vesciche della nostra infanzia.

Lo stesso termine “scarpone” ha una patina di tradizione: robustezza, affidabilità, resistenza. Quasi valori morali attribuiti a queste calzature pesanti, pensate più per proteggere che per far divertire chi le usa. Ma siamo ormai lontani dalle origini dello scarpone dei nostri nonni, e la storia sta cambiando… una storia che ha origini ancora più remote di quanto forse ci aspettiamo.

Ötzi e la nascita degli scarponi da montagna

Entriamo in un negozio di attrezzatura da montagna e osserviamo le decine di modelli di scarponi in esposizione.

Abbiamo davanti migliaia di anni di evoluzione tecnologica, e quello che compriamo non è che la più moderna risposta a una domanda antica. Ovvero: come proteggere le 26 ossa del piede dai terreni più accidentati, permettendoci di camminare a lungo alle quote di stambecchi e marmotte?

Le prime “scarpe” – dei sandali – risalgono a 12.000 anni fa, ma si sarebbero dovuti aspettare circa 7.000 anni prima di arrivare al primo modello “da trekking”.

Nel settembre del 1991 i coniugi tedeschi Erika e Helmut Simon stanno facendo un’escursione sulle Alpi Venoste, ai piedi del Ghiacciaio del Similaun. Partendo quella mattina non avrebbero certo potuto pensare di scrivere i loro nomi nella storia dell’archeologia.

La coppia torna a valle e segnala di avere visto un corpo mummificato poco sopra al Rifugio Similaun. Si pensava che fosse il cadavere di un alpinista scomparso anni prima, tanto che il recupero avvenne senza grande cura per le spoglie dell’uomo.

Ma quando il corpo venne portato in Austria per essere esaminato, si capì di essere di fronte ad uno dei ritrovamenti più importanti del secolo. Battezzato Ötzi, l’uomo mummificato era probabilmente un pastore vissuto nell’Età del Rame, tra il 3.300 e il 3.100 a.C., e ucciso con una freccia ad alta quota.

Grazie al freddo alpino, sia il corpo che i vestiti si sono conservati in maniera eccezionale. Gli archeologi hanno così potuto studiare un arco in legno di tasso, una faretra in legno di viburno, un pugnale di selce, un’ascia di rame toscano… e le scarpe.

Realizzate con una “tomaia” di fibre di alberi ricoperte di pelle di cervo, imbottite con erba secca e pelliccia per l’isolamento e dotate di suola di pelle di orso, sono le seconde scarpe più antiche mai ritrovate.

Il ricercatore ceco Petr Hlavacek, dell’Università Tomas Bata di Zlin, nel 2005 ha realizzato delle repliche delle calzature di Ötzi, per capire come funzionassero e per che tipo di terreno fossero adatte. Il suo commento è stato sorprendente:

“È come andare a piedi nudi, solo meglio. Sono una protezione molto comoda e perfetta sui terreni duri, per le temperature calde e per il freddo: potrebbero non essere molto attraenti, ma dal punto di vista tecnico sono molto forti, hanno un’ottima presa, e resistono bene agli urti”.

Comfort, elasticità, isolamento, grip. Ecco a voi il primo, vero, Vecchio Scarpone.

Gli scarponi: dai legionari romani al ‘900

Non se ne abbia a male Ötzi, ma la pelle di orso non è un materiale a buon mercato, e la tecnologia ha dovuto spingere gli scarponi da trekking in altre direzioni.

Dopo pastori e cacciatori, sono stati i soldati a richiedere prestazioni sempre migliori agli scarponi. Millenni dopo l’uomo di Similaun, le truppe romane di stanza ai confini settentrionali dell’Impero venivano equipaggiate con stivali, per offrire maggiore protezione dal clima più freddo. Alcuni di questi “scarponi” avevano chiodi nella suola per una migliore presa: i primi ramponcini.

Nel Medioevo le calzature iniziarono a diventare più disponibili, alla portata di un maggior numero di persone. Gli stivali invernali venivano realizzati in pelle, anche a più strati, e le suole diventarono più resistenti. L’uso del legno nel battistrada aumentava la durata della scarpa, ma non certo la comodità.

Viaggiatori, mercanti e soldati non potevano fare a meno di camminare a lungo, in escursioni non certo a scopo di piacere. I cavalli erano costosi e destinati solo alle classi più nobili. I cavalli dei poveri erano quindi gli “scarponi”, che si diffusero come calzatura protettiva da tutti i giorni.

Solo nel periodo successivo alla rivoluzione industriale le persone ebbero più tempo libero a disposizione per coltivare i loro hobby. A partire da fine ‘800 la montagna lentamente si trasformò da territorio aspro e improduttivo a parco giochi per ricchi escursionisti ed esploratori avventurosi. Esplose l’industria dell’attrezzatura da montagna.

I monti di Germania, Francia, Italia e Austria vennero presi d’assalto. I calzolai delle valli alpine si ritrovarono subissati di richieste per soddisfare le necessità sempre più raffinate degli alpinisti. Che purtroppo non erano gli unici a dover frequentare le montagne nei primi del ‘900.

Gli scarponi: dalla Grande Guerra al primato italiano

La Prima Guerra Mondiale fu in gran parte una guerra di vette, nella quale ogni minimo vantaggio tecnologico era strategico. Scarpe comprese.

In questa cruenta occasione diventava drammaticamente evidente l’importanza di materiali caldi ma traspiranti, di suole che garantissero buona trazione, calzini a prova di vesciche… comfort che per i soldati italiani della Grande Guerra rimasero dei sogni. E un giorno qualche storico molto paziente potrebbe anche fare la conta dei caduti a causa degli scarponi sbagliati.

Molto più fortunati i soldati statunitensi, che venivano equipaggiati con gli “stivali da trincea”, in cuoio spesso e impermeabili, con suole resistenti e protettive.

Fu però solo a cavallo tra le due guerre mondiali che, sull’onda della moda dilagante di escursionismo e alpinismo (anche himalayano), gli scarponi iniziarono ad assomigliare ai modelli dei giorni nostri.

E si può tranquillamente affermare che in prima linea in questa rivoluzione tecnologica, per una volta, ci fu l’Italia.

SCARPA, La Sportiva, Asolo, Zanderlan, Dolomite… soprattutto nell’area di Montebelluna (Treviso), singoli artigiani fondavano calzaturifici, che a loro volta diventavano fabbriche con più stabilimenti. Una storia di eccellenza che continua ancora ad oggi.

Suole aggressive in Vibram con una trazione adatta a qualsiasi tipo di roccia, tomaie impermeabili, imbottiture calde, protezioni per le dita e il tallone… gli scarponi italiani, insieme a quelli austriaci, tedeschi e francesi andarono alla conquista del mondo, stabilendo gli standard a cui ancora oggi siamo abituati.

Due tecnologie chiave: Vibram e Gore-Tex

Quando scegliamo gli scarponi, spesso vediamo sbandierate queste due sigle misteriose: Vibram e Gore-Tex. Di cosa si tratta, e sono davvero sinonimo di qualità?

Da oltre 70 anni, se dici scarpone da montagna dici Vibram. Qualcuno potrà pensare che sia una sigla o un acronimo inglese, ma ancora una volta dobbiamo all’Italia questa evoluzione tecnologica che abbiamo ai nostri piedi.

Vitale Bramani era una guida alpina e un accademico del CAI, attivo negli anni ’30. Il suo lavoro lo portò ad essere testimone della morte di 6 alpinisti sulle Alpi Occidentali, incidente che lui attribuì alle loro calzature inadeguate.

Da allora per Bramani la ricerca di scarponi sicuri e affidabili divenne un’ossessione. Decise allora di sviluppare un nuovo tipo di suola, adatta tanto all’avvicinamento alla montagna quanto alla scalata.

In collaborazione con la Pirelli, studiò una mescola di gomma vulcanizzata che rivoluzionò il mercato degli scarponi. Il nome della nuova invenzione? Vibram: VItale BRAMani.

Pochi anni dopo, nel 1954, gli alpinisti italiani divennero i primi a conquistare il K2. Ai loro piedi, scarponi con l’ottagono giallo che da lì in avanti sarebbe stato sinonimo di qualità e grip ottimale: il logo della Vibram.

Bisogna invece aspettare ancora qualche anno per l’avvento di un’altra icona delle attrezzature da alpinismo ed escursionismo: il Gore-Tex.

La membrana Gore-Tex viene inventata a fine anni ’60, quando un’azienda familiare americana scopre il potenziale di un polimero sintetico chiamato PTFE (politetrafluoroetilene).

Continuando a sperimentare con questo materiale, viene creata una sua versione “espansa”, che ha alcune caratteristiche uniche: impermeabile, anti-vento e traspirante.

La famiglia di inventori festeggia, e battezza il nuovo prodotto con il loro cognome: il tessuto dei Gore, Gore-Tex.

Questa membrana ha circa 1,4 miliardi di microscopici pori per centimetro quadrato. Questo impedisce all’acqua di entrare, ma permette all’aria di continuare a circolarvi attraverso e al sudore di traspirare.

È una rivoluzione nel mercato dell’outdoor. Brevettato negli anni ’70, il tessuto Gore-Tex diventa presto un must di scarpe (e non solo) da montagna, sinonimo di piedi caldi e asciutti in ogni situazione.

Tutt’oggi moltissimi modelli sono disponibili sia normali che in versione GTX, cioè con membrana di Gore-Tex.

Come scegliere gli scarponi da montagna e da trekking

Se estetica e design ci catturano appena entriamo in un negozio di scarponi, è meglio fare mente locale e scorrere una rapida checklist delle caratteristiche più importanti da verificare.

I materiali della tomaia

I materiali usati per la tomaia degli scarponi da trekking influiscono sul peso, sulla traspirabilità, sulla durata e sull’impermeabilità. Cerchiamo di analizzarli tutti, dai più tradizionali ai più comuni e moderni.

Pelle pieno fiore

La pelle pieno fiore rappresenta lo strato superficiale dell’epidermide dell’animale, che non ha subito particolari lavorazioni che ne hanno alterato l’aspetto e le proprietà. Questo materiale pregiato offre un’eccellente durata e resistenza all’abrasione, oltre che un’ottima resistenza all’acqua.

È più comunemente usata negli scarponi costruiti per viaggi lunghi, carichi pesanti e terreni accidentati.

Bisogna comunque ricordare che questa pelle non è leggera o traspirante, e necessita di un ampio periodo di rodaggio prima di dare sensazioni di comfort.

Pelle scamosciata

La pelle scamosciata (o crosta) è solitamente abbinata al nylon per creare uno scarpone leggero, che offre un’eccellente traspirabilità. Nell’animale questa pelle si trova tra la parte interna più ruvida e l’esterno liscio.

La superficie vellutata del camoscio si ottiene grazie ad una lavorazione chiamata smerigliatura,
con la quale si abrade la superficie della “crosta” conferendole un aspetto e un tatto migliore.

Il vantaggio è un costo inferiore, mentre il rovescio della medaglia è una minore resistenza all’acqua e all’abrasione (sebbene molti scarponi scamosciati siano dotati di rivestimenti impermeabili).

Pelle nabuk

Il nabuk è una pelle pieno fiore che è stata lucidata per assomigliare alla pelle scamosciata. È molto durevole e resiste all’acqua e all’abrasione. È anche abbastanza flessibile, ma richiede anche molto tempo per “rompersi” e adattarsi al piede prima di un’escursione prolungata.

Materiali sintetici

Poliestere, nylon e la cosiddetta “pelle sintetica” si trovano molto comunemente negli scarponi da trekking moderni. Sono più leggeri della pelle, si adattano al piede più rapidamente, si asciugano più velocemente e di solito costano meno. Lo svantaggio è che potrebbero mostrare segni di usura precoci, a causa di più cuciture all’esterno dello stivale.

Membrane impermeabili

Gli scarponi da montagna classificati come “waterproof” presentano tomaie costruite con membrane impermeabile (come Gore-Tex® o eVent®). Lo svantaggio è una traspirabilità ridotta, che può surriscaldare i piedi nelle giornate estive.

Inoltre, se l’acqua entra in uno scarpone ricoperto di Gore-Tex (ad esempio attraverso i calzini), fa molta difficoltà ad uscire ed evaporare, rimanendo intrappolata.

Vegan

Gli scarponi da trekking vegani sono un nuovo trend, e vengono realizzati senza ingredienti o sottoprodotti di origine animale.

Isolamento

Una membrana isolante sintetica viene aggiunta ad alcuni scarponi da alpinismo per garantire calore durante le escursioni sulla neve e sui ghiacciai.

Intersuola

Spesso noi escursionisti ci concentriamo solo sulla suola e sul grip. Ma è l’intersuola, quello strato posto tra la suola e il nostro piede, a fornirci ammortizzazione, comfort e reattività.

Dobbiamo cercare intersuole più morbide o rigide? Dipende.

I modelli rigidi possono essere più stabili e garantire maggiore sensibilità su terreni tecnici, oltre ad essere più protettivi.

I modelli morbidi saranno invece più comodi, proteggeranno articolazioni e ossa e si adatteranno meglio ad atleti più pesanti, o con grossi carichi sulle spalle.

I materiali usati per l’intersuola sono principalmente due.

EVA

L’EVA (etilene vinil acetato) è una schiuma leggera, “spugnosa” e non molto costosa, che mantiene il piede comodo e ammortizzato. Le intersuole degli scarponi utilizzano diverse densità di EVA per fornire un supporto più solido dove necessario (ad esempio, intorno all’avampiede).

Poliuretano

Il poliuretano è generalmente più solido e più resistente dell’EVA, quindi di solito si trova negli scarponi da trekking impegnativi e da alpinismo.

Supporti interni

Shank

Lo shank è la parte dello scarpone che sta tra l’intersuola e la suola esterna. Lo shank, spesso solitamente 3-5 mm, aggiunge rigidità portante all’intersuola, aumentando il supporto all’arco plantare dello scarpone.

In questa immagine sono chiari i 4 elementi: intersuola (midsole), shank, plate (vedi paragrafo successivo) e suola (outsole).

Rock plate

Queste piastre sottili e semiflessibili sono posizionate tra l’intersuola e la suola e sotto lo shank (se incluso). Proteggono i piedi dall’impatto con rocce aguzze o radici.

Suole

Le suole degli scarponi sono fatte di diverse mescole di gomma, che cambiano da modello a modello e da marchio a marchio. Si è già detto che le mescole Vibram sono tra le top di gamma, ma il mercato offre diverse altre valide soluzioni.

Alla gomma vengono a volte aggiunti additivi come il carbonio, per aumentare durezza e resistenza. Ma la suola dello scarpone da trekking deve essere per forza dura?

Dipende dall’uso che se ne fa. Una mescola più morbida avrà minor durata, ma più elasticità e più presa e sensibilità sulle rocce dure. Una suola rigida ci può invece dare più sicurezza sui sentieri scivolosi e può farci da gradino e cuneo durante una scalata.

Oltre al materiale, è importante valutare i tasselli, ovvero i “tacchetti” che intervallano la suola.

Sono aggressivi, profondi, ben distanziati e distribuiti? C’è abbastanza spazio per lasciare defluire il fango? Sul tallone ci sono dei tasselli dedicati al freno e alla discesa? In punta troviamo la climbing zone, un’area completamente liscia che facilita l’arrampicata?

Compatibilità con i ramponi

Se hai intenzione di fare alpinismo o escursionismo invernale impegnativo, assicurati di acquistare scarponi compatibili con i ramponi.

Infatti solo alcuni modelli permettono di indossare i ramponi più tecnici, come quelli per le scalate sul ghiaccio. Si tratta di scarponi con una suola completamente rigida e che si riconoscono per delle caratteristiche scanalature sul tacco e sulla punta. Qui vanno infatti posizionate le alette di fissaggio dei ramponi.

Tipi di scarponi da montagna

L’abbiamo detto più volte: sono lontani i tempi del “vecchio scarpone”. Oggi il mercato offre prodotti per tutti i sentieri e per tutte le tasche. A seconda del tipo di escursionismo che pratichiamo possiamo puntare al tipo di calzatura più adatta a noi.

Scarpe da trekking o trail running

Vi sarete accorti che negli ultimi anni in montagna si vedono sempre più scarpe basse e leggere, per quanto non prive di protezioni dagli urti e suole aggressive.

Si tratta di scarpe da trekking, o avvicinamento, e modelli da trail running. Sono quindi prodotti comunque realizzati per la montagna, ma con una maggiore attenzione a velocità, comodità e agilità. Rispetto agli scarponi tradizionali, qui scendiamo di centinaia di grammi, e ci troviamo a camminare come con scarpe da ginnastica riviste per la montagna.

Questi modelli a taglio basso con intersuola flessibile sono eccellenti per le escursioni giornaliere. E alcuni escursionisti senza grandi carichi possono anche sceglierli per i viaggi a lunga distanza, come i tanti cammini e alte vie offerte dalle Alpi.

Se però il nostro obiettivo è affrontare terreni molto tecnici, ferrate, lunghe discese sui ghiaioni o tratti di ghiaccio e neve perenne, meglio puntare a scarponi classici.

Scarponi da escursionismo giornaliero

Questi modelli intermedi vanno dal taglio medio all’alto, e sono destinati a escursioni di un giorno o brevi viaggi con lo zaino in spalla.

Spesso si flettono facilmente, imitando le scarpe da trail running, e richiedono poco tempo di rodaggio. Mancano del supporto, dell’impermeabilità e della durata dei più robusti scarponi “di una volta”, ma sono una via di mezzo ideale per la maggior parte dei sentieri medio-facili.

Scarponi da montagna

La versione hi-tech del Vecchio Scarpone. Progettati per trasportare carichi più pesanti anche durante viaggi di più giorni, hanno un taglio alto che avvolge e serra le caviglie per un supporto eccellente. Hanno bande laterali di materiale plastico resistente che protegge il piede da ogni tipo di urto.

Resistenti e rigidi, questi modelli non sono certo dei pesi piuma. Inoltre, spesso richiedono un periodo di rodaggio prima di diventare comodi.

Comfort e taglie

Tutti noi abbiamo ricordi infantili di vesciche e unghie nere dopo lunghe escursioni. La buona notizia è che oggi nessuno pensa più che gli scarponi debbano per forza essere scomodi.

Qualsiasi brand specializzato spende gran parte del budget per la ricerca del massimo comfort, fino ad arrivare a prodotti che – malgrado l’aspetto di carri armati – hanno una calzata da ciabatta.

Ognuno ha piedi ed esigenze diversi, quindi è inutile proporre dei decaloghi assoluti e rigidi per determinare quale taglia acquistare e come valutare il grado di comfort di uno scarpone.

Rimangono alcuni consigli generici che andranno bene per tutti:

  • gli scarponi non sono scarpe da ginnastica: solitamente è consigliato acquistarli di almeno una taglia superiore alle altre nostre scarpe
  • se possibile, prova gli scarponi con addosso i calzini che usi nelle escursioni dai qualche colpo di punta al pavimento: le dita dei piedi vanno a sbattere sullo scarpone? Se la risposta è sì, aumenta di mezza o una taglia, perché altrimenti questo sgradevole effetto te lo ritroverai ad ogni discesa
  • prova gli scarponi a fine giornata, quando i piedi sono solitamente più gonfi: in questo modo riprodurrai l’effetto di una lunga escursione
  • prima della prima gita lunga, usa gli scarponi per qualche lavoro in giardino, o per una passeggiata più tranquilla, in modo che si “rompano” e si adattino ai piedi
  • gli scarponi “ballano” o stringono troppo? Prova a cambiare il modo con cui li hai allacciati, stringendo o rilasciando i lacci, usando anche gli ultimi occhielli, ecc.

Le migliori offerte per scarponi da trekking e da montagna

Chiariti quali sono i criteri per scegliere i migliori scarponi da trekking, diamo un’occhiata alle migliori offerte che si trovano su Amazon. Nel capitolo successivo proporremo invece le nostre recensioni dei migliori modelli in commercio.

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I 5 (+ 1) migliori scarponi da montagna e da trekking: recensioni

Chiariti quali sono i criteri per scegliere le migliori ciaspole da montagna, diamo un’occhiata alle migliori offerte che si trovano su Amazon.

Hoka One One Kaha

Se c’è un modello che suona come l’ultimo rintocco al funerale del Vecchio Scarpone è proprio questo. La Hoka One One è una marca celebre per il trail running, mercato che ha rivoluzionato introducendo delle intersuole molto spesse, dalla massima ammortizzazione su ogni tipo di terreno.

La casa francese ci prova anche con l’escursionismo, e ci riesce molto bene. Malgrado l’aspetto bizzarro e goffo, le Hoka One One Kaha sono un mix eccezionale di comfort (su questo non temono rivali), stabilità di piede e caviglia, grip e leggerezza.

Con queste ai piedi è come fare un’escursione sulle nuvole. Hanno dei difetti? Non sono certo adatte ai terreni più tecnici, dove la sensibilità e la rigidità sono caratteristiche imprescindibili. Ma per lunghi trekking con lo zaino, discese anche ripide e sentieri misti, le Kaha sono una rivoluzione.

Salomon Quest 4D 3 GTX

La Salomon è sul mercato dagli anni ’40, e c’è un motivo. Innovazione e tecnologia sono sempre in cima alle loro priorità, e il loro scarpone Quest 4D 3 in Gore-Tex lo testimonia.

Una comodità da ciabatta e un grip fuori dal comune rendono questo modello è forse il miglior tuttofare sul mercato. Adatto a fango, acqua, roccia, sabbia, è quanto di più versatile ci si possa aspettare da uno scarpone da trekking.

L’unico difetto è il peso, che lo rende meno adatto a chi preferisce agilità e velocità a protezione e stabilità.

Scarpa Zodiac Plus GTX

La Scarpa è una garanzia di esperienza e cura dei dettagli. Questo modello non manca mai nelle classifiche internazionali dei migliori scarponi degli ultimi anni, e non a caso.

Si tratta di uno scarpone da trekking non estremo, adatto a tutta quella fascia di media difficoltà che attira la maggior parte degli escursionisti. Il grip della suola è forse il migliore in circolazione, così come la stabilità, che farà la gioia di chi ha problemi di caviglie o pronazione.

Se ci aggiungiamo che è resistente all’acqua e che ha la comodità tipica dei prodotti Scarpa, capiamo perché sia un best seller amato da camminatori di ogni genere.

Salomon X Ultra Mid 3 GTX

Il brand francese è uno dei leader del mercato del trail running, e con questo modello propone un ibrido tra scarpa da corsa e scarpone. Il risultato? Una calzatura leggera, flessibile e comoda, che però offre la protezione del piede e della caviglia che un modello da running non può garantire.

Si tratta quindi di una scarpa nascosta in uno scarpone, il che la rende adatta tanto ai principianti quanto a chi viene dal mondo della corsa. Un modello così leggero può anche essere messo nello zaino nei trekking di più giorni, e usato solo quando se ne ha bisogno. Decisamente siamo lontani anni luce dai pesanti scarponi di una volta.

La Sportiva Trango Tech GTX

La Sportiva è un altro marchio italiano storico, che non delude mai. Il Trango Tech è un modello specifico per i sentieri più tecnici, pur non essendo un vero e proprio prodotto da alpinismo. Si rivolge quindi ai camminatori più esigenti, che vanno dalla passeggiata nel bosco alla difficile ferrata d’alta quota.

L’attacco per i ramponi e la gomma eccezionalmente prensile della suola rendono questo scarpone un alleato perfetto contro ogni tipo di caduta. La suola rigida non piacerà a tutti, ma nell’insieme le scelte fatte da La Sportiva ci permettono di andare dalla macchina alla cima senza desiderare un altro paio di scarpe più adatte.

La Sportiva Trango Tech GTX, Stivali da Montagna Uomo, Nero Giallo, 43 EU
  • Calzature da alpinismo
  • Stivale leggero e flessibile particolarmente indicato per escursioni alpine, percorsi tecnici di avvicinamento
  • Applicabile per scarpe da lavoro per guide di montagna e soccorritori.

Saucony Peregrine 10

Il +1 del titolo si riferisce a questa proposta: le Saucony Peregrine 10. Si vede subito che non sono degli scarponi, ma un modello da trail running. Leggere, agili e comodissime, le Peregrine negli anni hanno fatto la gioia di tanti corridori di montagna.

Pur non potendo offrire la protezione di uno scarpone alto, resistente e rigido, queste scarpe si adattano a diversi tipi di escursioni. Con il vantaggio di darci una grande sensibilità del sentiero, con conseguente maggior precisione dell’appoggio, e una leggerezza che non ci fa venire voglia di togliercele appena possibile.

Se non avete carichi pesanti e non dovete affrontare terreni troppo tecnici o innevati, queste scarpe da trail running dal grip ottimale possono fare al caso vostro. All’occorrenza, basta riporle nello zaino ed indossare dei modelli più ortodossi per superare i passaggi dove la protezione dev’essere massima.